Mentre in Italia le scuole hanno riaperto, con non pochi problemi e titubanze, in Perù continua la formazione a distanza, che in alcune aree del Paese, come l'Apurimac, è particolarmente complesso.
Nella regione da cui prendiamo il nome l'accesso a internet è molto limitato (circa il 5% dell'intera popolazione, secondo i dati del Ministero dell'Educazione peruviano, ha accesso alla rete) per cui l'educazione passa attraverso mezzi più tradizionali, come ci racconta il nostro cooperante Andrea Freschi.
La vita nelle Ande é sempre all’insegna della semplicitá e le comunitá che visitiamo nelle nostre campagne sanitarie hanno pochi, ma ben precisi, punti di riferimento: il centro di salute, il mercato e la scuola.
Con l’inizio della pandemia molti equilibri sono stati stravolti e tutto é cambiato: l’assistenza sanitaria é diventata a domicilio e solo su chiamata, i mercati che erano il centro della vita comunitaria sono stati svuotati per evitare pericoli di contagio e allo stesso modo le scuole hanno dovuto chiudere i battenti.
La direttrice e docente Yanet era solita fare un grande viaggio per raggiungere la sua scuola nella comunitá di Kuchuhuacho in Apurimac: partenza ore 6,30 del mattino, prima mezz’ora a piedi fino al bivio con la strada principale, poi il minibus, una quarantina di minuti per raggiungere l’inizio del breve cammino che l’avrebbe portata a una casa, tetto di legno e mattoni di terra, dove ogni giorno tre dei suoi alunni l’aspettavano, facendo colazione, per proseguire e fare assieme l’ultima parte del tragitto verso la scuola.
Con l’emergenza Covid-19 il sistema d’istruzione peruviano ha dato inzio al programma “Aprendo en casa” che attraverso lezioni telematiche permette agli studenti di avanzare con lo studio. Il problema é che la maggior parte delle persone che vivono nelle lontane comunitá andine non dispone di computer e connessione e una radio costa almeno come una settimana di alimenti per un’intera famiglia. Cosí che gli alunni sono impossibilitati nel seguire le lezioni.
La professoressa si sentiva amareggiata per questo tipo di mancanze e seriamente preoccupata per i suoi 45 alunni. Cosí ha iniziato a mobilitarsi per trovare una soluzione: le prime settimane, non potendo piú contare sui trasporti, ha camminato fino alla comunitá per tenere la lezione alla sua classe, all’aperto in cima a una delle innumerevoli colline che fanno da cornice a Kuchuhuacho. Poi quando le misure di sicurezza per la distanza sociale diventarono ancor piú restrittive cominció a registrare delle lezioni e inviare dei lunghi audio per telefono agli studenti, ma molto presto si rese conto che per dei bambini di 5-6 anni diventava troppo noioso e poco coinvolgente come sistema di apprendimento.
Non si perse d’animo e inizió a coinvolgere gli abitanti delle comunitá vicine chiedendo appoggio e un aiuto concreto per assicurare l’istruzione ai suoi alunni. In poco tempo riuscí nell’impresa di acquistare trenta radio che aiutarono non solo i suoi bambini, ma anche quelli di altre tre comunitá circostanti. E non solo... sempre con i fondi raccolti compró dei quaderni, li trasformó in libri di esercizi e, non disponendo di una stampante, li compiló lei stessa con esercitazioni diverse in base all’etá dello studente. Decise anche di rimborsare il viaggio ai genitori degli alunni che raggiungevano la sua casa per il ritiro dei quaderni.
In questi difficili mesi le radio hanno migliorato il livello di apprendimento degli alunni dell’80%.
L’obiettivo ora é quello di arrivare a 600 radio nei prossimi mesi.