Gli spiriti cattivi

Quest'anno festeggiamo trent'anni di attività e per iniziare vogliamo ripercorrere la storia che abbiamo scritto con voi.
Sui nostri social, Facebook e Instagram in particolare, a settimane alterne parliamo dei programmi che abbiamo portato avanti (li trovate con l'hashtag #Apurimac30) mentre qui, una volta al mese, ripubblicheremo alcuni degli articoli sulla cultura Quechua peruviana più apprezzati della nostra rivista.
Li trovate tutti in questa lista.

Disclaimer: questo articolo è apparso per la prima volta nel numero 5/1993 della rivista APURIMAC ed è riportato fedelmente. Per tale motivo può contenere termini e/o concetti oggi considerati imprecisi, superati e/o contrastanti con lo stato dell'arte attuale. Lo pubblichiamo così come scritto e pubblicato originariamente poiché costituisce memoria del passato della nostra Associazione.

Una rubrica per entrare dentro la cultura Quecha, la cultura degli indios della sierra peruana, discendenti degli Incas. Non pura curiosità, ma un'attenzione che diventa ascolto e rispetto.

Il pantheon incaico era abitato da una miriade di spiriti cattivi (supay) i quali, nel travaso della religiosità incaica in quella cristiana, sono diventati i demoni.

È meglio stare a casa 

L'essere malvagio è imprevedibile riesce a mimetizzarsi, ad assumere forme e modalità diverse: di volta in volta si chiama tentazione, o saqra (diavoletti), o sirena, o wak'as (colline, montagne, caverne particolari e funeste, dove raramente possono arrivare gli uomini; luoghi, questi, decisamente poco raccomandabili: avevano la possibilità di far scomparire persone e animali che vi si avventuravano. senza lasciare traccia) o duende, ovvero l'anima dei bambini morti senza battesimo.

Il duende ha una specifica azione sociale: è preposto a punire l'infanticidio e la proliferazione di bambini nati fuori dal matrimonio, che spesso vengono uccisi subito dopo il parto.  Per evitare comunque i "dispetti" e le azioni nocive di questi spiriti, i genitori compiono il rito dell' "ununchay", consistente nel tracciare un segno di croce sulla testa del bambino e nel seppellirlo con una croce benedetta.

Teste e bare volanti

Ci sono poi le qupqe o "teste volanti" . Al tempo degli incas si credeva che le teste dei maghi uscivano dalle tombe e si mettevano a girovagare emettendo strani suoni. Ancor oggi la gente teme di passare di notte accanto ai cimiteri e parla di "teste vaganti" , chiamato appunto qupqe. Si crede che le teste di alcune persone morte abbandonano il corpo e si mettono a vagare nella notte emettendo uno strano suono: "qep, qep, qep,  (di qui il nome). In alcuni casi non è la testa che esce dalle tombe, ma lo stomaco. E incontrarsi con questi strani esseri vaganti porta certamente male; occorre evitarli a tutti i costi.

E poi ci sono anche i pureoataud, ovvero le "casse da morto che camminano". Sì proprio le casse da morto, che lasciano la fossa del cimitero e si mettono anch'esse a vagabondare per il villaggio... come augurio si morte per qualche persona importante.
Un pò come quando i nostri vecchi raccontavano ai loro nipotini di streghe, di lupi mannari, di incontri notturni spaventosi. E' la paura della notte senza luce che, da noi tempo fa come in Apurimac ancora oggi, si materializza in immaginazioni, sufficienti per rimanere chiusi in casa... in attesa dell'alba.
Si sta più rilassati.

 

(a cura di Giancarlo Gianbarresi)

 

 

 

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