Vivere in sicurezza a Cusco ai tempi del Covid-19

Il primo mese qua a Cusco è già passato e devo dire che non immaginavo potesse essere così bello e tranquillo. Chiaramente è stato necessario adattarsi alla presente situazione di pandemia, in quanto il Perù rispetto all’Italia mi sembra essere indietro a livello di progressi di convivenza con il virus. Questo è dettato non solo dal fatto che i tassi di vaccinazione non sono alti quanto i nostri, ma anche per il fatto che il Perù ha registrato tassi di mortalità più alti (dati elaborati dalla John Hopkins University, ndr). Questa situazione, però, fa prendere più seriamente il Covid; ci sono regole molto più stringenti di quelle applicate in Italia, la mascherina è richiesta ovunque, anche all'aperto e in molti posti richiedono anche la visiera. In aggiunta, si trovano sempre stazioni dove potersi igienizzare le mani e prima di entrare in qualsiasi negozio viene presa la temperatura. La somma di tutte queste regole rende tutto più stringente, ma allo stesso tempo ci fa sentire più sicuri.

Oltre a questo, qui vige ancora il coprifuoco a mezzanotte, il che ci dà la possibilità di uscire anche la sera, senza fare troppo tardi, ma comunque a fine serata la città ha ancora tante persone in giro. Questa situazione rende più difficile il crearsi di situazioni in cui si cammina da soli nel cuore della notte e che potrebbero favorire eventi di micro-crimine. Inoltre il fatto di uscire sempre tutti assieme (io le mie altre compagne di servizio civile e anche i ragazzi che lavorano con la nostra organizzazione) rende tutto ancora più tranquillo. A questo, bisogna aggiungere anche il fatto che qua il turismo si sta pian piano risvegliando, si vedono sempre più turisti in giro e la città va sempre di più riempendosi, riducendo la possibilità di eventuali spiacevoli situazioni.

La cosa che mi è piaciuta molto è la velocità di integrazione che stiamo avendo qua. Abbiamo avuto modo di conoscere persone locali che si sono rivelati tutti molto aperti e ci hanno subito fatto sentire i benvenuti. Questo è successo sia quando abbiamo conosciuto gli amici dei nostri colleghi dell’organizzazione sia quando ho avuto modo di entrare in una squadra di basket qua a Cusco! Le persone sembrano essere molto benevolenti e gentili nei nostri confronti. Discutendo di queste impressioni con alcune persone del luogo, mi è stato detto che qui c’è un grande rispetto per gli stranieri, in quanto sono loro, grazie al turismo, ad alimentare buona parte dell’economia locale. Inoltre anche grazie ai racconti dei locali, sto pian piano capendo come e dove girare per la città in piena sicurezza e i quartieri che frequentiamo (tutti nel centro città) sono relativamente sicuri. Inoltre, per gli spostamenti si può sempre prendere un taxi tutti assieme (chiaramente solo quelli con licenza) al fine di muoversi in sicurezza.

Anche la situazione della casa mi fa sentire molto privilegiato e sicuro. Viviamo nella Casa del Volontario della stessa organizzazione in cui lavoriamo, la quale è munita di videocamere e attaccata al convento agostiniano, che in un paese fortemente connesso ad ideali cattolici ci fa sentire ancora più sicuri. La posizione è anche molto buona in quanto viviamo nel “barrio” La Rapa, che a detta dei locali è uno dei migliori quartieri della città. In aggiunta, il regolamento della Casa ci ha dato l’opportunità di capire quali accorgimenti è essenziale tenere al fine di vivere senza problemi qui a Cusco.

Tutti questi fattori mi hanno permesso di capire in fretta ciò che è possibile fare e ciò che è meglio evitare. Ma la cosa più importante è che mi sono sempre sentito al sicuro qua. Questo non vuol dire che ciò mi farà abbassare la guardia, ma semplicemente so che se vivrò sempre tenendo conto di quei accorgimenti che mi sono stati insegnati, so che avrò l’opportunità di vivere questa esperienza al massimo e di tornare a casa con solo ricordi felici.

 

Articolo di Giorgio Chisari, volontario in Servizio Civile Universale

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