Testo di Vittorio Villa, Direttore Apurimac ETS
È il 14 luglio. Una delle giornate più calde di questa bizzarra estate, ma il dovere ci chiama e rispondiamo puntuali.
Ci vestiamo di tutto punto, io in giacca e cravatta, Padre Pietro nel suo abito talare e ci dirigiamo verso la residenza dell’Ambasciatore del Perù in Italia, Sua Eccellenza dott. Eduardo Martinetti Macedo.
Non è la prima volta che siamo presenti in questa sede, l’Ambasciatore apprezza da sempre lo sforzo che APURIMAC dedica al suo Paese, ma stavolta è davvero particolare: in segno di riconoscenza per i suoi trent’anni di dedizione al Perù, la Rappresentanza Diplomatica peruviana in Italia ha deciso di conferire a Padre Pietro, in qualità di Presidente di Apurimac ETS, l’Onorificenza dell’Ordine “Al Merito del Servizio Diplomatico Jose Gregorio Paz Soldàn”, nel grado di Grande Ufficiale. La cerimonia si è svolta in maniera molto sobria, mescolando tratti peruviani a tratti italiani, in un linguaggio comune mix tra italiano e spagnolo che ha permesso agli invitati di apprezzare quanto fin qua fatto da Apurimac ETS nel tempo.
Quando il dott. Miguel Fuentes Cervantes ha preso la parola per elencare quanto finora fatto, quanti progetti abbiamo realizzato, quanti fondi abbiamo inviato in Perù, uno sguardo fugace tra il sottoscritto e Padre Pietro è scappato. Sono sicuro che anche lui avrà pensato: “ma davvero abbiamo fatto tutte queste cose??”. Sì, perché noi abituati alla quotidianità, alle dinamiche contorte, agli strumenti operativi, a volte la dimensione di quanto abbiamo fatto sfugge. Sfugge perché siamo impegnati a rilanciare, siamo impegnati a pianificare, programmare senza soluzione di continuità, ma fortunatamente, qualcuno è lì a ricordarci che, volenti o nolenti, la dimensione di quanto facciamo è importante.
Quello che facciamo, anche se intrappolato da cavilli burocratici, impedimenti procedurali, appesantimenti strutturali di una politica poco favorevole alla solidarietà, ha un peso enorme nelle famiglie e nelle comunità dei più vulnerabili.
Come siamo soliti a dire, il nostro impatto nelle “periferie esistenziali” è importante. Fortunatamente c’è sempre qualcuno che ce lo ricorda e che ci sprona a migliorare.
In questo caso è stata l’Ambasciata Peruviana in Perù a suonare la sveglia del ricordo e, da qui in avanti, il grado di Grande Ufficiale suonerà come monito per fare in modo che il nostro impatto nelle “periferie esistenziali” sia sempre più elevato.
Mi permetto di chiudere con una nota del tutto personale. In questi nove anni di collaborazione per me Padre Pietro è stato, in linea discendente dal formale all’informale, un Presidente, un Legale Rappresentante, un capo, un boss, un amico fidato. E ora pure un Grande Ufficiale. È proprio vero che … le vie del Signore sono infinite!
Congratulazioni per la tua Onorificenza, caro il mio Gran Ufficiale!