Mercoledì 10 dicembre dalle ore 10:30 alle 12:30 nella Sala Marconi di Radio Vaticana, in Piazza Pia 3, sarà presentato il libro “La salute dove non c’è”, che racconta grazie ai testi di Chiara Nocchetti e agli scatti fotografici di Maria Novella De Luca il lavoro più che trentennale a favore della popolazione delle Ande peruviane realizzato da Apurimac ETS.
Il libro è stato finanziato da AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ed è parte del Progetto “Salute e Telemedicina: consolidamento e rafforzamento dell’accesso alle cure sanitarie di base in Perù e Bolivia” (AID 012590/09/5).
La pubblicazione consente di avere sguardo intimo e diretto sulle comunità rurali e remote che abitano nella Regione di Apurimac, una delle aree più povere e isolate del Perù, con un alto tasso di analfabetismo, stili di vita non salutari e con un’economia di sussistenza. L’accesso alle cure è di fatto un diritto negato: gli alti costi sanitari sono insostenibili per la maggior parte della popolazione andina, che, in generale, si affida a cure e rimedi tradizionali, e si rivolge alle strutture sanitarie solo quando la situazione si aggrava.
Grazie alle immagini e alle parole delle autrici, che hanno accompagnato alcune delle nostre campagne sanitarie itineranti, il lettore è condotto a scoprire il cuore di un intervento che unisce tecnologia e prossimità umana. Le storie e i volti raccolti nel libro documentano l'impegno costante di Apurimac nel contrastare la disuguaglianza sanitaria: un modello ibrido che unisce la prossimità e la tradizione grazie alle Unità Sanitarie Mobili attrezzate e alla Telemedicina si possono raggiungere i villaggi più isolati.
Un sistema che oltre alla formazione del personale sanitario locale, migliora la qualità e l’efficacia dei centri sanitari locali, permette la consulenza specialistica anche a distanza, facilita l’accesso ai servizi di assistenza alle fasce più deboli della popolazione, riducendo l’incidenza delle malattie ed il numero di decessi in tutte e sette le province della Regione.
Il libro non si limita solo a documentare le difficoltà della popolazione nell’accedere ai servizi sanitari, ma soprattutto mette in evidenza la dignità e la forza con la quale la popolazione andina affronta le sfide quotidiane.
Lo stesso racconto è permeato dal concetto di "cura", intesa come il farsi prossimo, stare e restare accanto ai più fragili, come richiamato nella prefazione scritta dalla giornalista di Avvenire, Lucia Capuzzi: “Cura significa cogliere nelle fibre intime del contesto frammenti di resistenza, segni di lotta, brandelli di sogni in cui la speranza si fa motore di azione. È riconoscere nell’altro l’infinita dignità di soggetto.”
